A forza di mettere paletti, di
contestare le decisioni degli amministratori, di mettere i puntini sulle «i» dei
regolamenti, si è arrivati a scomodare i carabinieri. E non quelli della locale
caserma, bensì quelli specializzati del Noe (nucleo di tutela ambientale) e del
Nas (tutela sanitaria e alimentare). E così ieri mattina le pattuglie sono
salite nel comune di Trambileno per sigillare una stalla di proprietà del vicino
Comune di Vallarsa, malga Zocchi. Motivo? Le deiezioni (leggasi, alla trentina,
«boaze») delle 70 mucche ospiti della struttura potrebbero essere
inquinanti. E i militari, su ordine del sostituto procuratore Marco Gallina,
hanno posto i sigilli allo spiazzo antistante malga Zocchi e alla sala
mungitura. In simili condizioni, ovviamente, è impossibile continuare a tenere i
bovini all´alpeggio che, non a caso, sono ridiscesi mestamente a valle. A far
tremare il magistrato è stata una segnalazione che parlava di potenziale
pericolo per l´acquedotto di Spino, quella cara fonte che alimenta i rubinetti
di tutta la città di Rovereto. E l´acqua di Spino, è risaputo e noto anche oltre
i confini provinciali, è buonissima. Non a caso alcune società avevano chiesto
di poterla imbottigliare ma, fortunatamente, tutto è rimasto del
popolo. Comunque, nell´esposto il rischio inquinamento è sottolineato in
rosso e la procura ha ovviamente eseguito i propri compiti istituzionali. Il
sindaco di Vallarsa Geremia Gios è rammaricato: «È incredibile. Siccome dove
mungono le mucche ci sono le "boaze", questo è stato ritenuto dannoso per
l´acquedotto di Spino. E pensare che la legge Ronchi non contempla le deiezioni
bovine come letame. Ma tant´è. Questo, comunque, ha costretto il malgaro a
riportare a valle le settanta vacche che, altrimenti, sarebbero rimaste a malga
Zocchi fino a fine settembre». Gios, comunque, tira anche un sospiro di
sollievo: «Pensavo che, come sindaco, mi avessero incriminato. Invece nel
decreto di sequestro non sono indicato. Ora, però, bisognerà valutare il da
farsi e chiedere la restituzione dei luoghi». È la prima grana questa di
malga Zocchi? «No, c´erano stati controlli per i tubi di plastica che portano
gli scarichi nella vasca a tenuta stagna. Si erano rotti ma poi erano stati
aggiustati. Ora c´è quest´altro intervento. Mah, tutto è iniziato quando si è
parlato di affittare le malghe». Quest´argomento era stato trattato in
consiglio comunale ed aveva trovato in disaccordo il segretario comunale Italo
Scotoni, in passato protagonista di ben note vicende giudiziarie che lo avevano
contrapposto alla medesima amministrazione. La giunta, riguardo all´affitto
delle malghe in estate, aveva deliberato in proposito portando il documento in
consiglio comunale per l´approvazione definitiva. Scotoni, però, lo aveva
ritenuto illegittimo. Secondo il segretario, infatti, la materia Usi civici alle
quali le malghe sono sottoposte non sarebbe di competenza dell´organo
consiliare. Sul punto, comunque, era saltato il consiglio proprio a causa di
ruggini e paventati interventi della magistratura. Che, ora, è intervenuta ma
per sequestrare non certo per dirimere la questione. N. G.
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